Storia dell’Associazione

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L’Associazione Bibliofili Bresciani “Bernardino Misinta”- APS è nata il 22 dicembre 1992 durante una riunione di amici e bibliofili.
L’atto costitutivo porta la data del 2 febbraio 1993.
Sulla base degli scopi statutari l’Associazione Bibliofili Bresciani “B: Misinta”, ha svolto e ha in corso le seguenti attività:

▪Organizzazione di conferenze a cadenza mensile (esclusi i mesi di luglio e agosto), il secondo martedì del mese e eventualmente il secondo mercoledì del mese, normalmente di pomeriggio, presso la Sala Conferenze dell’Emeroteca (Biblioteca Queriniana), in alternativa presso la sala conferenze dell’Ateneo di Brescia. Attività svolta nell’anno 2021: n° 10 conferenze.
▪Visita annuale a Biblioteche importanti in Italia e all’estero (Biblioteca di Alessandria d’Egitto, Monaco di Baviera, Vienna, Praga, Roma, Milano, Perugia, Firenze, Napoli, Catania, Palermo, Abbazia di San Gallo,..). La visita si effettua con gita sociale di 6/7 gg. a Primavera.
▪Oltre questa, in forma non prefissata, ma estemporanea, si effettua anche una visita di un giorno ad alcuni centri di interesse storico-culturale. Attività temporaneamente sospesa nel periodo 2020-2021 per ragioni di prevenzione dalla pandemia Covid-19.
▪Pubblicazione di una rivista per bibliofili con intestazione: “MISINTA”; con 2 uscite all’anno, attualmente siamo arrivati al n° 56.
▪Pubblicazioni di libri sulla storia Bresciana (“Brescia Contesa”…) e monografie sugli stampatori bresciani, con il contributo dei Soci. Attività del 2021 con pubblicazione rivista 55 e 56 e testi vari e articoli su stampe e stampatori e storia del torchio da stampa a cura del socio Giuseppe Nova, compresa mostra sugli stampatori olandesi.
▪Nel 2010 ha stipulato una convenzione con il Comune di Brescia per fornire un’opera di volontariato presso la Biblioteca Queriniana, con lo scopo di produrre delle scansioni dei libri al fine della pubblicazione on-line sul sito della Queriniana stessa. La Convenzione risulta tuttora in vigore e in attività. Una delle attività attuali riguarda la promozione della digitalizzazione libraria e il suo futuro.
▪Nel 2018 ha stipulato una convenzione di durata decennale con il Museo Diocesano di Brescia per fornitura installazione dei mobili da biblioteca donati dalla famiglia erede del defunto socio Enzo Giacomini e correlato diritto d’uso della sala biblioteca piano terra per incontri, uffici e studi dell’Associazione, come sede operativa.
▪Soci: L’Associazione attualmente presenta n° 81 soci tra Ordinari (n°70) e Onorari (n°11)

Collegamenti: b.misinta@gmail.com oppure b.misinta@pec.it
Il Segretario, Bignetti Edoardo

Bernardino Misinta, chi era costui?

L’Ottavo capitolo dei Promessi Sposi si apre con la celebre frase pronunziata da Don Abbondio: «Carneade! Chi era costui?». Il curato è seduto sul suo seggiolone, in una stanza del piano superiore, con un libricciolo aperto davanti, e così anche noi, seduti allo studiolo, ci poniamo la domanda: Bernardino Misinta, chi era costui?                   

Qui di seguito allora cercherò di dare risposta al quesito sintetizzando alcune note tratte da: – B. M. tipografo a Brescia, in Dalla pergamena al monitor. I tesori della Biblioteca Queriniana, la stampa, il libro elettronico, a cura di G. Petrella, Brescia 2004, pp. 124-126; – Paolo Tinti – Dizionario Biografico degli Italiani – Volume 75, anno 2011.

Nel 1470, in un giorno e mese non ben precisato, BERNARDINO MISINTA, nacque nei dintorni di Pavia,in una zona non ben definita; non si hanno inoltre notizie sulla famiglia e la sua  formazione e i suoi studi sono  poco noti. In sostanza è avvolta nell’incertezza data, luogo di nascita e formazione del nostro stampatore che è noto anche con il soprannome di Ticinese, legato alla città d’origine. Dopo una probabile sosta nel Ducato di Milano, a stretto contatto con l’ambiente universitario pavese, giunse a Brescia poco prima dell’8 ott. 1490, allorché diede alle stampe le “Regulae grammaticales” di Guarino Veronese e dopo aver stipulato una societas con il patrizio veronese Cristoforo Piacentini. L’avvio della stamperia a Brescia, nel territorio della Repubblica di Venezia, non fu facile; da subito il Misinta. venne infatti attratto nell’orbita dei fratelli Angelo e Iacopo Britannico, i maggiori editori, tipografi e librai della città, i quali tentarono di mantenerlo in posizione di loro subalterno, contribuendo così a fermare la sua libera attività.

Dopo un biennio di silenzio, nel maggio 1492 riprese a stampare, questa volta in società con Cesare da Parma, facendo uscire testi scolastici e di argomento giuridico e religioso. L’inizio di una nuova stagione per l’attività della stamperia è sancito dalla pubblicazione delle “Gramaticae institutiones” dell’umanista bresciano Cristoforo Barzizza, dedicate al nobile, pure bresciano, Ludovico Martinengo:

A seguito di un probabile accordo con i Britannico, il Misinta. e il socio si spostarono a Cremona, città del dominio sforzesco, da un ventennio priva di tipografia, dove si stabilirono nel giugno 1492. Qui, impressero il “De remediis utriusque fortunae” di Petrarca e altri scritti d’ampia diffusione, come il Libro di battaglie di Tristano, poemetto in volgare legato al ciclo arturiano. Su commissione della Comunità di Crema diedero alle stampe la “Historia s. Pantaleymoni” dell’agostiniano Agostino Cazzuli da Crema, narrazione agiografica dedicata al santo patrono della città, pubblicata in duplice veste, latina e volgare.

Nell’autunno del 1493 il Misinta. sciolse ogni legame con Cesare da Parma, rimasto a Cremona, e ritornò a Brescia, forse su invito dei Britannico, per i quali stampò numerose edizioni sino al 1502. I Britannico detenevano il monopolio editoriale bresciano e il Misinta. impresse per loro il Sallustio del 13 genn. 1493; le Laudi di Leonardo Giustiniani, quelle di Iacopone da Todi, il s. Bonaventura, l’Esopo con la traduzione volgare interlineare in carattere di corpo minore, tutti stampati nel 1495; le Elegantiole di Agostino Dati, le Annotationes di Filippo Beroaldo il Vecchio, unite a scritti di Poliziano, di Domizio Calderini e di Giovanni Battista Pio, edite il 17 dic. 1496. Al periodo 1495-1502 vanno ascritti anche lavori impegnativi, condotti in proprio con la collaborazione di importanti umanisti, come la traduzione latina del commento all’aristotelico De anima di Alessandro d’Afrodisia, dovuta a Girolamo Donà, patrizio veneziano eletto nel 1495 podestà di Brescia, nonché allievo e amico di Ermolao Barbaro.

Avvantaggiato dalle numerose commesse ricevute dai Britannico, da cui derivavano cespiti sicuri, il Misinta. tentò nel 1499 di sfruttare il crescente successo che gli scritti di A. Ambrogini, il Poliziano, stampati a Venezia da Aldo Manuzio nel luglio 1498, avevano riscosso negli ambienti umanistici. Così impresse, sempre in formato in folio ma con falsa sottoscrizione («Florentiae, Leonardus de Arigis»), l’edizione pirata degli Opera del letterato toscano, a dispetto del privilegio concesso a Manuzio, il quale il 17 ott. 1502 si rivolse alla magistratura veneziana competente per ottenere giustizia. Non si ha notizia di alcun seguito della vicenda.

La societas con l’incisore fiorentino Luca Antonio Degli Uberti,fu estesa a Girolamo da Arcole per l’impressione nel 1503 della Dissuasoria del veronese Celso Maffei, canonico regolare lateranense.

Il Misinta. rientrò definitivamente a Brescia nei primi mesi del 1504; da quel momento, dismessa forse l’attività principale di tipografo, riservò la tiratura di forme tipografiche solamente a pochissime circostanze, limitando la produzione a testi di natura encomiastica. L’ultima stampa conosciuta del Misinta., un’opera antiquaria di Publio Vittore, è firmata 15 genn. 1509, data probabilmente non lontana dalla morte.

Il Misinta contrassegnò i propri prodotti con tre marche: – La prima, a linea bianca, accompagnò le stampe uscite in società con Cesare da Parma: un cerchio, sormontato da croce a doppio braccio, diviso a metà, entro cui sono iscritte le iniziali «BM» e «CP». Adottata a partire dal Sallustio del 1495. – La seconda marca, sempre a linea bianca, contiene solamente le iniziali «BM» che fiancheggiano un tronco d’albero mozzato da cui spuntano due germogli reggenti un cartiglio con il motto «Spes mea»: sopra il tronco trionfa il monogramma «IHS». – La terza marca, a linea nera, ritrae due putti adoranti il monogramma di Cristo, posti su di una corona al di sotto della quale figurano le solite iniziali.